Lasciarsi osservare per capirsi…

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Ogni insegnante dovrebbe di tanto in tanto mollare la corazza del proprio sapere e lasciarsi guidare da un altro, perché?
Per essere di nuovo vulnerabili ed aperti alla conoscenza.
Per scendere dalla cattedra spesso troppo e troppo goffamente difesa del docente che insegna e che non ha poi molto ancora da imparare, e riprendere il contatto con la realtà.
Per accorgersi che il filtro con cui vediamo le cose per quanto completo e sfaccettato è comunque un filtro, e se pure non può essere mollato può quantomeno essere sempre ridefinito allargandone l’orizzonte.
Perché scambiare informazioni, per imparare nel modo più semplice, ricevendo un insegnamento.
Per accorgerci se e quanto il nostro desiderio di imparare, la nostra curiosità si sia esaurita e regolarsi di conseguenza…
Per capire se il nostro percorso ci porta altrove…
Per non dare mai per scontato quello che facciamo…
Tutto cambia, tranne il fatto che tutto cambia (Gautama Buddha), osservarsi, lasciarsi osservare in modo vivo ci tiene in contatto con la versione più aggiornata di noi stessi.
Simone Moscato

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Voicetoteach

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Insegnare è un percorso fatto di tanta esperienza sul campo, di intuizioni, confronti, esperimenti ed esperienze formative.
Il “Voicetoteach” di Eleonora Bruni ed Erika Biavati è a mio parere una bella esperienza formativa che può essere a buon titolo inserita come parte del percorso che porta ad essere insegnanti.
Abbiate ben presente che non è un titolo o una qualunque legittimazione ad opera di persone titolate che vi farà docenti apprezzati, ma la vostra capacità di imparare quanto più possibile da ogni occasione formativa (come appunto il Voicetoteach) e di essere capaci di comprendere per comunicare nel modo più semplice e funzionale.
Come ho già scritto, per essere buoni insegnanti non bisogna mai smettere di essere buoni allievi.
Buono studio a tutti!
Simone Moscato

http://www.voicetoteach.it/

La nostra facoltà di intuire Dio

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La ragione per cui Dio rimane sconosciuto a milioni di persone che lo adorano in templi e chiese, nelle città sante e in altri luoghi di pellegrinaggio, sta nel fatto che gli strumenti fisici della conoscenza possono comprendere solo i prodotti del Creatore ; La Divinità stessa è percepita dalla facoltà di intuizione che è oltre la mente e che rappresenta il potere dato da Dio all’anima di conoscere la verità.
Quando l’irrequietezza mentale è placata e la coscienza è indirizzata verso l’interno, in contatto con l’anima , la nostra facoltà di intuire Dio è risvegliata”.
Paramahansa Yogananda

Arrendersi

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Accade talvolta che un allievo dotato che lavori con un insegnante altrettanto dotato, non riesca comunque ad ottenere la qualità sonora che cerca, ed accade spesso in quei casi che le ragioni di tale fallimento vengano attribuite alla necessità di un diverso approccio, di un nuovo stimolo, magari di un nuovo insegnante..
E se il problema fosse che l’allievo si senta mentalmente persuaso da una certa qualità mentre il suo desiderio lo spingesse inconsapevolmente verso altro?….
E se invece che ascoltare i propri pensieri ascoltasse la propria pancia, il proprio desiderio?
Casa accadrebbe se invece che adeguarsi a ciò che pensa sia adatto a lui si “arrendesse” a ciò che è?..
Cosa cerchiamo di difendere nel tentativo di non accettare ciò che siamo e che ci darebbe un’autentica forma di “felicità artistica”?
Simone Moscato

Non imparare, non insegnare, essere consapevoli

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Insegnare è un termine ambiguo, non sempre sinonimo di “aiutare a divenire consapevole”.
Comunemente e superficialmente si dà per scontato che un’insegnante è qualcuno che “sa fare”, che è in grado di “farti fare”, che decide perché può, e l’allievo è qualcuno che nei limiti della libertà concessagli dalla propria consapevolezza sceglie di imparare, di ascoltare, di affidarsi.
Avere un maestro ed essere un allievo è una delle forme di relazione più belle ed importanti nella vita di ognuno, ma cosa accade se ci si scorda del vero obbiettivo per cui una relazione del genere esiste, del mutuo patto di crescita reciproca insita in ogni relazione autentica e ci si identifica invece nei ruoli?
Cosa accade se l’insegnante non è più semplicemente qualcuno che lavora su sé stesso favorendo attraverso la sua crescita la crescita degli altri e se l’allievo smette di essere il vero maestro di sé stesso?
Cosa accade se si crea addirittura una costruzione identitaria sull’essere “uno che insegna”, che è in grado di cambiare e di incidere nella vita degli altri, oppure ci si “sente” inconsapevolmente un “allievo a vita”, in cerca sempre di conferme?
Smettiamo di crescere dimenticandoci chi siamo.
Come uscire da tutto questo? Partendo da un semplice assunto:
Non imparare, non insegnare, essere consapevoli.
Noi non insegniamo davvero nulla a nessuno, non c’è nessuna volontà o conoscenza nostra capace di interferire in modo profondo su un allievo in formazione, è sempre l’allievo che sceglie di capire, di non capire, di farsi prendere in giro perché alla propria formazione antepone il consenso del “maestro”, di essere ciò che sente di dover essere.
Noi possiamo fare da specchio per aiutare l’altro a definire qualcosa che è già dentro di sè, e che lui sceglie di consapevolizzare nel momento in cui è pronto.
Un maestro non dà, lascia che l’altro si accorga di avere.
Simone Moscato

La voce è un mezzo o un fine?

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Sono sempre più persuaso di come il dibattito interno nel mondo della didattica vocale sia fortemente condizionato da un fraintendimento di base, cioè il credere che la tecnica, come strumento di conoscenza e libertà espressiva, possa essere appropriata o inefficace in relazione ad un unico e condiviso fine, e quindi che la bontà della stessa non sia la misura del raggiungimento di un risultato personale, ma il comune convergere verso specifici elementi estetici.
La realtà, quantomeno per il rock, il pop e in parte per il jazz a mio avviso è ben altra (lascio fuori ad esempio il “belcanto”, per il quale le caratteristiche tecniche definiscono in modo netto l’adesione o meno ad un preciso “sentire artistico”), e il suddetto fraintendimento è figlio di un male tipico della nostra epoca e del nostro bel paese, costruire sull’idea invece che sulla realtà concreta.
Quando si canta poco, quando si compone poco…

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La nostra versione migliore

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La tecnica vocale è la sintesi raffinata di un corpo elasticamente predisposto e di un “pensiero sonoro” in grado di attivarlo per compiere il miracolo del canto.
Ogni strada che porti a tale consapevolezza, ogni conoscenza, ogni esperienza diretta a tal fine è preziosa.
Lo studio in tal senso, non è quindi un’acquisizione passiva ad opera di chi ne sa più di noi, ma è una ricerca attiva verso il centro del nostro essere musicisti.
Prendiamoci la responsabilità del nostro percorso, diveniamo consapevolmente la nostra “versione migliore di artista”.
Simone Moscato

Una tecnica raffinata

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Una tecnica vocale raffinata non consiste nel controllo illusorio di micro-muscoli percepibili solo negli effetti che generano in sinergia con tutto il meccanismo vocale, ma nella creazione di un “pensiero sonoro” in grado di attivare ogni sfumatura della voce.
Stante un corpo elastico libero da rigidità muscolari limitanti, il cantante che possiede tecnica non è un ingegnere che comanda una macchina, ma un artista creativo che insegna al corpo come esprimere in forma di canto l’immaginazione che lo anima.
Simone Moscato

VOCALROCK il corso!!

 

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Cos’è il Vocalrock?

E’ un corso di approfondimento tecnico sulla “vocalità rock”, sui suoni più tipici e particolari di quello che ad oggi non è più considerabile un genere musicale, ma più un movimento cultural-musicale di rottura con ogni forma di convenzione estetica.
Nello specifico, ad accompagnare gli elementi di tecnica di base, ci sarà lo studio di tutte le qualità del “registro di falsetto” nelle diverse interazioni tra il lavoro del “bordo libero delle corde vocali” e dello spazio di risonanza, si imparerà come crearlo, modificarlo ed integrarlo nei passaggi con il “registro modale”.
Verrà approfondito il “registro misto”, scoprendo tutte le possibili modalità di alleggerimento delle corde vocali in sinergia con la risonanza per il raggiungimento della zona acuta dell’estensione.
Verranno ricercati e spiegati i “suoni sporchi e graffiati”, l’uso delle “strutture sovraglottiche” (false corde ed aritenoidi) in sinergia con le “corde vocali vere” nei diversi registri vocali.

A chi è rivolto?

Il corso è rivolto a persone con una preparazione di base preesistente, che siano desiderose di accelerare il proprio percorso formativo e pronte a sperimentare liberamente ogni aspetto della propria voce.
Non si richiedono competenze specifiche rispetto ai temi che verranno trattati, né particolari conoscenze in senso fisiologico, è necessaria però un’esperienza didattica minima su concetti quali respirazione, spazio di risonanza, registri laringei e sopratutto un’attività live preesistente e in corso (verranno valutate singolarmente ed eventualmente ammesse a discrezione del docente le situazioni che differiscano da tali caratteristiche).
Un corso pensato per persone di livello più avanzato in quanto strutturato in modo da offrire oltre che attività di pratica personale, momenti di osservazione e di confronto, per
realizzare e constatare l’oggettività del funzionamento vocale al di là di ogni metodo o tecnica.
Un corso in cui si possa riscoprire il valore della condivisione didattica, della classe, del gruppo di lavoro, avendo la possibilità di comprendere in modo più rapido ed efficace attraverso l’analisi personale e la condivisione.

Qual’è la struttura del corso?

Il corso è a cadenza settimanale per 3 ore ad incontro, ed è elaborato sul modello della masterclass. Ad ogni appuntamento verranno trattati i temi previsti dal programma attraverso spiegazioni teoriche, visione di filmati, ascolti guidati, esercizi di gruppo e momenti di pratica personale in condivisione con tutti i partecipanti.

Come verrà creato il gruppo di lavoro?

Al fine di ottenere il più possibile un gruppo variegato nelle caratteristiche tecniche, ma allo stesso tempo omogeneo nelle capacità di apprendimento e di interazione, verranno valutate e selezionate le richieste che perverranno.

Cosa bisogna portare al corso?

Si richiede abbigliamento comodo, un tappetino da ginnastica, una benda di cotone elastico da fasciatura, blocco per appunti, testi e accordi di brani compatibili con i temi del corso e per chi lo desideri un registratore.

Verrà rilasciato un attestato?

Alla fine dell’anno verrà rilasciato esclusivamente e chi avrà frequentato interamente il corso, un diploma con il numero degli incontri fatti, i temi trattati ed una valutazione sul lavoro svolto.


Programma dei temi che verranno trattati:

(Il programma è flessibile e suscettibile di variazioni legate alle specifiche del gruppo)

La propriocezione e l’intuizione
Come “imparare ad imparare”
La postura il macrocosmo della voce
La sinergia funzionale della respirazione, della laringe e dello spazio di risonanza
Le respirazioni nel canto
Gli spazi di risonanza e di consonanza
Riconoscimento acustico e percettivo delle diverse qualità vocali
I registri laringei
Il registro “misto”
Modalità di approccio alla zona acuta dell’estensione, l’interazione tra corda e risonanza
Cosa sono le “strutture sovraglottiche”, le aritenoidi e le false corde
Studio della fisiologia delle “strutture sovraglottiche”
Interazione funzionale delle “strutture sovraglottiche” con le corde vocali vere
Studio del riconoscimento percettivo vibratorio ed acustico dei suoni “aritenoidei” e “falso cordali”
Interazione della respirazione con l’attivazione delle “strutture sovraglottiche”
Il ruolo fondamentale dello spazio di risonanza nelle “sporcature”
I registri vocali in interazione con le “strutture sovraglottiche”
Studio delle applicazioni stilistiche delle diverse qualità di distorsione
Guida all’ascolto e riconoscimento delle diverse qualità
Scoprire i propri suoni sporchi, propensioni fisiologiche e stilistiche dei partecipanti
Cos’è il falsetto, storia e applicazioni nel corso del tempo, dai castrati ad oggi
Studio della fisiologia del registro di falsetto (spiegazioni e filmati)
Le modalità di vibrazione del bordo libero della corda vocale
Interazione delle diverse qualità della respirazione con la vibrazione del bordo
Studio della sensazione fisico-vibratoria del registro di falsetto
Studio acustico e percettivo interno dello spazio di risonanza durante il falsetto
Interazione dei diversi tipi di falsetto con le possibili modifiche spazio di risonanza
Sfruttamento delle formanti
Dal “modale” al “falsetto” e dal “falsetto” al “modale”, passaggi di registro dall’ M1 all’ M2
Omogeneizzazione dei registri “modale” e di falsetto”
Interazione del falsetto con le “strutture sovraglottiche”
Il vibrato nel registro di falsetto
Guida all’ascolto del registro di falsetto e riconoscimento delle diverse qualità
Scoprire i propri falsetti, analisi delle caratteristiche fisiologiche dei partecipanti al corso
Studio di brani compatibili


Info logistiche

Le richieste dovranno pervenire al “Centro di formazione e produzione artistica l’Ottava”, inviando una mail all’indirizzo segreteria@centrottava.it o chiamando al numero 066603001.
Al momento della richiesta d’ammissione al corso, specificare: età, professione, se si studia e da quanto, attività musicali più significative passate ed in corso.
Per le info didattiche scrivere a simonemoscato@lostudiodelcanto.it,
Per info amministrative ed organizzative scrivere a segreteria@centrottava.it, oppure chiamare il 06603001.
Il corso si terrà il Lunedì dalle 14:45 alle 17:45.

“Le meccaniche invisibili 2015”

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Imparare non è semplicemente acquisire dall’esterno, ma è creare a partire dalla relazione tra sè e il mondo
Apprendere è possibile solo quando se ne comprendono davvero le ragioni ed ove la pratica formativa è semplice nello svolgimento e chiara nella definizione degli obbiettivi. Nei quattro incontri proposti si dialogherà sul perché è importante studiare canto e come   approcciarsi allo studio in modo funzionale, attraverso attività pratiche volte alla comprensione e all’acquisizione di competenze nell’uso del proprio strumento e spiegazioni teoriche di ciò che viene esperito. Tutto sarà maturato senza mai perdere di vista, sia nelle   applicazioni pratiche che nella trasmissione delle informazioni, le propensioni naturali e gli obbiettivi  stilistici di ogni partecipante.  Nel corso dei seminari si farà inoltre chiarezza sul concetto stesso di tecnica vocale, sui  termini e sulle definizioni generalmente in uso nella didattica, sul senso degli strumenti tipicamente utilizzati nella pratica formativa, sulle differenze dei diversi stili e approcci tecnico/vocali, oltre che analizzare il ruolo della tradizione tecnica e della “foniatria artistica” nelle diverse vocalità moderne. L’intento è di fornire ad ogni partecipante i mezzi per   elaborare consapevolmente il  proprio percorso didattico, funzionalizzando le esperienze passate e future alla ricerca della propria identità vocale. Alla fine di ogni incontro ci sarà un approfondimento di 2 ore dedicato esclusivamente ai   partecipanti e agli uditori “docenti”, nel corso del quale si rielaborerà con spiegazioni ed   esercizi pratici quello che è avvenuto durante il seminario, ricordando che “per essere buoni maestri non bisogna mai smettere di essere buoni allievi”!
Simone Moscato

“Un approccio alla tecnica vocale moderna, respiro, espressione, movimento” (Raffaella Misiti, Simone Moscato: “IV convegno internazionale delle arti e della medicina della performance” del CEIMARS)

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Con grande piacere condivido l’intervento che ho presentato insieme a Raffaella Misiti al “IV convegno internazionale delle arti e della medicina della performance” del CEIMARS, tenutosi ad Agrigento il 26, 27 e 28 Settembre del 2014.
Ringrazio nuovamente Gianluca Gucciardo e tutto il CEIMARS per la splendida opportunità di condivisione didattica.
Simone Moscato
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Perchè il “IV International Medical Convention Performing Arts Medicine” del CEIMARS?

Perché è stato bello, importante ed arricchente essere al “IV International Medical Convention Performing Arts Medicine”?
Per la passione verso il proprio lavoro che accumunava relatori, organizzatori e partecipanti.
Per l’accoglienza, l’attenzione, il calore, l’affetto con cui ognuno che arrivava nelle sale del convegno veniva accolto.
Per la qualità delle relazioni, selezionate, mai banali, tese verso il tentativo non solo di informare, ma di raccontare qualcosa che fosse espressione tanto del dato tecnico quanto delle intuizioni e delle storie di ogni relatore.
Per lo scambio con tanti professionisti che si occupano di arti performative.
Per le sinergie umane che solo in contesti del genere mettono le basi per le collaborazioni importanti del futuro.
Per i pranzi, le cene e le colazioni trascorse godendo della meravigliosa cucina Agrigentina e parlando di musica, di danza, di teatro, di arti circensi!
Per la stupenda terra Siciliana.
Per la voglia di crescere, e soprattutto per la consapevolezza che è possibile farlo solo lavorando insieme, comprendendo che siamo piccole parti di un quadro più complesso e ricco di colori, che solo collaborando ci permette di scorgerne la bellezza effettiva, l’arte.
Simone Moscato

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“Voci dal bordo” 8/11/2014

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Cari amici quest’anno riprendiamo i lavori a Roma esplorando i suoni del registro di falsetto, anche sta volta il numero dei partecipanti è limitato, gli uditori sono i benvenuti e ci sarà a fine incontro un momento di due ore per i docenti.
Per info e costi contattatemiall’indirizzo simonemoscato@lostudiodelcanto.it, o tramite la pagina http://www.facebook.com/lostudiodelcanto.
Buona musica a tutti!!
Simone Moscato

“Un nuovo mondo” Eckhart Tolle

L’epoca moderna ci invita sempre di più all’esperienza, ad avere fede non più solo nella sola speranza o in un concetto elaborato per quanto affascinante e convincente, ma a credere in una percezione viva e profonda della realtà.
Eckhart Tolle nella massima semplicità, senza affiliazioni o schemi nascosti apre la coscienza verso una pratica del vivere consapevole, senza proporre obbiettivi se non la riscoperta di ciò che ognuno è e di ciò a cui ognuno è davvero destinato.
L’arte in fondo non è espressione, definizione e creazione di ciò che siamo?
Possiamo fare arte e ridefinire noi stessi e il mondo fino alla verità con la musica, col canto, con la danza, con la pittura, con la poesia, con il teatro e quant’altro il nostro animo ci richieda per esprimersi?
Possiamo fare della nostra vita l’opera d’arte più grande?
Buona lettura cari amici!
Simone Moscato

Un-Nuovo-Mondo

CEIMArs 4° Convegno internazionale “Medicina e Arti del Palcoscenico”

Appuntamento imperdibile per chi vive la didattica come una sinergia di diverse professionalità, tutte accumunate dal solo desiderio di essere al servizio dell’artista, con equilibrio, buon senso, amore per la ricerca e dedizione all’arte.
Simone Moscato

Allego di seguito il programma
(http://www.ceimars.it/ita/wp-content/uploads/2014/02/pamec_2014_230814.pdf )

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Vino nuovo in otri nuove!

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Amici approfittiamo dell’estate per lasciare sedimentare quello che abbiamo imparato durante l’anno, concedendoci l’opportunità di comprendere, assimilare, accantonare quanto non è ancora giusto per noi e crescere. Non dimentichiamoci che non siamo sempre pronti davvero ad accogliere nuovi insegnamenti, per l’arte, il canto, la vita in genere, e che è tanto importante tendere verso la crescita quanto il farlo in modo possibile, ponderato, conoscendoci prima di tutto.
Buon canto e buona estate, ci si risente a Settembre!
Vi saluto con una citazione d’eccezione, tanto opportuna quanto incredibilmente necessaria…
Simone Moscato

“Nessuno rattoppa un vecchio abito con una pezza nuova, poiché la toppa nuova non si adatta al tessuto vecchio ed il vestito si rovinerebbe ulteriormente.
E nessuno mette vino nuovo in otri vecchi, poiché il vino nuovo spacca gli otri, si riversa e gli otri si rovinano. Il vino nuovo va invece versato in otri nuovi e così si conservano ambedue.
(Marco, Cap. 16, 8-10)

Ivano Fossati “del buon senso e della storia della musica in Italia”

Intervista da gustare a mio avvivo integralmente.
Un ritratto forte e vero del rapporto di un musicista con la musica, con l’arte, con il pubblico e sopratutto con sè stesso.
Al minuto 31.15:
“Devi andare avanti con le tue idee, lo dico sempre ai ragazzi, forse sbaglio, non date retta a nessuno, non date retta ai direttori artistici, se avete un’idea scrivetela, se avete un’idea cantatela, poi si vedrà se era presunzione o era talento” (Ivano Fossati)
Simone Moscato

Comprendere il linguaggio del corpo

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Per chiedere al corpo di organizzare una coordinazione di movimenti che producano una determinata qualità sonora, non dobbiamo attivare consapevolmente i muscoli che creino quel suono, ma dobbiamo invece prefigurare un suono che preveda l’attivazione dei suddetti muscoli. Tutto questo è possibile solo se in fase di inspirazione il corpo è elasticamente pronto ad assecondare le richieste che gli facciamo.
Simone Moscato

Certificare, certificare, certificare, certificare…..

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Certificare il sapere è un’esigenza tipica di un sistema sociale complesso, è ciò che si fa quando si tenta di qualificare una conoscenza o una competenza tra tante opzioni, facendo affidamento al giudizio di un individuo o di un ente opportunamente titolato a definire la qualità della suddetta capacità o conoscenza.
Questo è un bene quando chi rilascia un titolo è davvero in grado di farlo e quando chi lo riceve lo fa a compendio di una comunque necessaria ricerca personale.
Cosa accade invece quando il titolo, conseguito dopo un accumulo di sapere mnemonico si sostituisce alla conoscenza vera e all’intuizione?
Quando alla competenza sul campo si sostituisce la conoscenza teorica?
Cosa accade quando alla ricerca personale si sostituisce la fede in una ricerca fatta da altri, senza magari coglierne l’essenza e senza capirla o  condividerla appieno?
Cosa accade quando il mero studio della materia è tanto importante per il riconoscimento che comporta, al punto di sostituire alla materia stessa un’immagine stereotipata della stessa?
La sapienza che scaturisce da un’elaborazione mentale condivisa e non dall’intuizione tipica di un’esperienza personale e profonda, è una catena d’oro che ci lega ad un mondo d’illusione e ci porta lontano da ciò che siamo.
Simone Moscato

Perchè “Vocinsieme”?

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Perchè suggerirvi di iscrivervi al seminario intensivo sulla voce “Vocinsieme”?
Certamente non per mere questioni economiche, chi mi conosce sa perfettamente che ogni cosa che pubblicizzo viene da me promossa solo per l’evidente qualità artistico didattica, e allora perchè secondo me è un’esperienza importante da fare?
Perchè la musica è condivisione, non solo su un palco ma anche nei percorsi didattici che portano a quel palco.
Perchè studiare è aprirsi al nuovo, è conoscere, è lasciarsi stupire da imput nuovi e diversi, in grado di lasciare che quello che fa davvero parte di noi possa risuonare liberamente.
Perchè lo scambio tra docenti ed allievi non può sempre finire dopo 60 minuti, ma talvolta ha l’esigenza di un confronto più ampio, che possa avere nel momento stesso dell’intuizione la risposta necessaria.
Perchè la qualità e l’esperienza di un gruppo di lavoro coeso ormai da diversi sarà sempre un connubio didattico di impareggiabile efficacia a fronte di esperienze assemblate sulla carta.
Perchè un seminario capace di modificare sè stesso al passo coi cambiamenti della didattica e del panorama musicale è l’unica vera risposta alla richiesta di “senso” nello studio della voce.
Perchè ci sono Raffaella Misiti, Claudio Fabro, Andrea Rodini, Gabriella Aiello, Susanna Stivali, Bernardo Nardini, Marco Vallarino, il team di “Arte e Salute” e Simone Moscato.
Perchè la condivisione emotiva, la fratellanza di un’esperienza diadattico-artistica, è il più potente motore di attivazione delle risorse più intime e vere di ogni musicista.
“Cantare insieme, condividere, confrontarsi, impegnarsi, aiutarsi, litigare, amarsi, odiarsi, lasciarsi coinvolgere, buttarsi, riscoprirsi, crescere”…. Vocinsieme.
Simone Moscato
http://www.centrottava.it/vocinsieme-2014/
https://www.facebook.com/events/777926248908979/?fref=ts

 

Non cercare, ma essere pronti a ricevere

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Non cercare, ma essere pronti a ricevere.
Troppo semplice? Banale? Siamo così sicuri che l’essenza di ciò che siamo vocalmente ci sia così manifesta, e che quello che desideriamo sia esattamente quello di cui abbiamo bisogno per la nostra piena realizzazione artistica? Forse il modo migliore per scoprirsi è aprirsi alla ricerca lasciandoci stupire, senza ricercare fin da subito in modo maniacale qualcosa in particolare, ma osservandoci inizialmente in modo libero, con la “consapevolezza sveglia” nel riconoscere ciò ci riguarda davvero, fidandoci dell’unica verità incontestabile, il senso di pienezza che proviamo nel “cantare davvero chi siamo”.
Simone Moscato

Il segreto segretissimo della didattica rivelata? Solo nel modo giusto, nel giusto contesto e quando siamo pronti.

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Quanto spesso accade di sentire l’informazione che cercavamo e quanto altrettanto spesso succede che la suddetta informazione non ci persuada, non ci convinca, nonostante sia esattamente ciò che cercavamo? Molti penseranno che non è cosa che li riguardi, e per molti di loro, me compreso non sarà mai davvero chiaro quanto questo sia realmente accaduto. Questo perchè l’informazione è efficace solo se proposta nel modo a noi comprensibile, nel contesto opportuno e al momento giusto.
Il modo giusto è chiaramente legato al destinatario dell’informazione e non a chi la propone, motivo per cui grandi e suggestive sapienza restano e resteranno sempre un vezzo dell’ego se non prenderanno la forma dell’approccio pedagogico più efficace (sempre che si abbia l’intenzione di insegnarle).
Il contesto opportuno si crea solo quando l’informazione è chiaramente veicolata, in modo trasparente e da persone capaci di non mescolare le carte, di non impiastricciare buone intuizioni con informazioni confuse pur di lasciare intendere che ci sia “molto di più”, o che la realtà sia comunque “troppo complessa da raccontare per intero” per chissà poi quali obbiettivi.
Ed in fine il momento giusto, che arriva solo quando l’allievo decide davvero di imparare, quando smette i panni dell’affascinazione dell’estetica fine a sè stessa, del ruolo socialmente apprezzato del “multidecoratoplurisaccenteartistico” per fare davvero i conti con sè stesso, e con chi realmente sia.
Simone Moscato