“Accorgersi non è capire”

Corso di sopravvivenza allo studio e all’insegnamento della tecnica vocale (in presenza ed online)

Capire è schematizzare, raffrontare, strutturare alla luce di quello che già conosciamo, mentre accorgersi è entrare realmente in relazione con ciò che accade, rendersi conto della realtà che è sempre più ampia e sfumata di quello che possiamo percepire. Per questo l’apprendimento deve necessariamente essere un’esperienza con il minor numero di filtri possibile (da scovare per annullarne l’effetto occulto), una constatazione di cosa avviene e di quanto questo ci tocchi per lasciare poi alla nostra mente il compito di organizzare l’esperienza e renderla sempre accessibile, non automatizzare, ma rendere disponibile ogni gesto a partire da un semplice pensiero.
Il corso si propone quindi di chiarire cosa sia la tecnica, come, quando e perché impariamo, cos’è l’intelligenza logico speculativa e quella intuitiva, come queste agiscono quando apprendiamo e quando facciamo musica, qual’è il senso dei vocalizzi e degli strumenti al servizio dell’allievo e dell’insegnante, quali sono le dinamiche nella relazione didattica, le strategie pedagogiche, i meccanismi semplici del corpo e della mente.
L’obbiettivo è quello di riportare la tecnica al suo ruolo di sostegno all’arte ed alla musica, di svelarne le dinamiche per nulla misteriose o complesse, di dare ad allievi e docenti gli strumenti per avere una bussola con cui orientarsi per risolvere i dubbi, leggere con chiarezza ogni fase del percorso, divenendo efficaci senza perdersi in fraintendimenti, o in strade che per quanto suggestive, non ci appartengono davvero.

13 novembre: Cosa è la tecnica vocale
11 dicembre:
Imparare ad imparare
15 gennaio:
Gli strumenti del mestiere
12 febbraio:
Le respirazione nel canto e l’abito posturale
12 marzo:
Risonanza e consonanza
09 aprile:
Registri laringei e strutture sovraglottiche

Dalle 16.30 alle 19.30
Sede degli incontri
Arte2o Music Accademy (Roma, Via del Casaletto 35)

Info e prenotazioni: latazzavuota@lostudiodelcanto.it
(NUMERO CHIUSO DI 15 PERSONE PER LA PARTECIPAZIONE IN PRESENZA)

Una tazza di tè
Nan-in, un maestro giapponese dell’era Meiji (1868-1912), ricevette la visita di un professore universitario che era andato da lui per interrogarlo sullo Zen.
Nan-in servì il tè. Colmò la tazza del suo ospite, e poi continuò a versare.
Il professore guardò traboccare il tè, poi non riuscì più a contenersi. «È ricolma. Non ce n’entra più!».
«Come questa tazza,» disse Nan-in «tu sei ricolmo delle tue opinioni e congetture. Come posso spiegarti lo Zen, se prima non vuoti la tua tazza?».


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