Semplice?

fff

Cosa definisce davvero oggi la parola “semplice”, a cosa fa riferimento? Nella musica ad esempio dove ritroviamo la semplicità? Quando ascoltando qualcosa possiamo definirlo “semplice”? Forse quando un brano contiene pochi accordi? Oppure quando la melodia è essenziale? Gli arrangiamenti minimali? I testi usano termini colloquiali per raccontare situazioni di tutti i giorni? Come immaginerete io non credo. Credo invece che la “semplicità” sia l’effetto di un’esternazione senza troppi filtri di ciò che siamo, credo sia una lettura istantanea di un momento, e credo che possa assumere quindi ogni forma possibile. Credo che la “semplicità” non stia negli effetti che gli altri percepiscono, ma nelle intenzioni e nella spontaneità che noi profondiamo nel dare voce ad un nostro desiderio. Come facciamo allora a percepire e a riconoscere la “semplicità”? A mio parere quando l’ascolto è fluido, quando emerge una naturalezza del gesto che lascia che il contenuto superi la forma qualsiasi essa sia. Troppo vago? Vorreste dei canoni estetici precisi?… Allora forse non sarebbe arte.
Simone Moscato

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