L’apprendimento non può e non deve essere l’acquisizione passiva di schemi precostituiti, ma il risveglio percettivo di uno strumento che va prima di tutto conosciuto e poi indirizzato a piacimento. Il corpo quanto la mente devono essere elastici, mai rigidi. La rigidità prima ancora che dei muscoli è della mente, che organizza il corpo in maniera statica perchè intende il canto come un’unica, precisa e immutabile modalità d’emissione, invece che come un’associazione libera e dinamica. Avere un’identità è certamente scegliere un “vestito sonoro”, ma per scegliere è necessario averne davvero la possibilità. Se studiare è ripetere senza comprendere, fissare a partire da forme rigide, esterne e muscolari, imitare al solo fine di ottenere una qualità sonora che sfrutti le capacità di adattamento del corpo, senza essere realmente consapevoli di ciò che accade, allora non saremo mai davvero in grado di imparare, di muovere il corpo affinchè ci assomigli sempre di più. Dobbiamo essere partecipi e consapevoli, quindi in realtà indipendenti da ogni schema, da ogni approccio specifico e da ogni insegnante, per poter davvero imparare quel che ci serve da ogni cosa.
Simone Moscato
