Dire “la mia voce” non è costatare una realtà oggettiva ed immutabile, ma è dichiarare in modo conscio o inconscio di aver compiuto una precisa scelta, identitaria e stilistica. Ognuno di noi ha la voce che sente di dover avere nei limiti prescritti da madre natura. L’esigenza tecnica di avere altro, e la constatazione di non riuscire ad ottenerlo autonomamente, è la prima presa di coscienza degli effetti di quella scelta. Un percorso tecnico è quindi, prima di tutto, un’acquisizione di consapevolezza, non di ciò che si è, ma di ciò che si è scelto di essere, spesso inconsapevolmente e per ragioni che nulla hanno che fare col canto.
Simone Moscato
